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La vigilia di Natale

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Ragazzi, la vigilia di Natale negli anni ’50 era un momento di gioia e tradizione,” iniziò la nonna Maria con un sorriso. “La casa era adornata con luci scintillanti e un grande albero di Natale, splendidamente decorato con palline colorate e candele. Tutto iniziava con la messa di mezzanotte. Le strade erano illuminate da lanterne a gas e candele, e le campane delle chiese suonavano festosamente. Tutti indossavano i loro abiti migliori e il clima di festa riempiva l’aria.

Dopo la messa, tornavamo a casa e ci riunivamo attorno alla tavola imbandita. La tavola era colma di prelibatezze, come tortellini fatti a mano, arrosti succulenti, polpette saporite e dolci tradizionali. Non mancava mai il panettone, che profumava di agrumi e uvetta. Dopo la cena, facevamo una tradizione che adoravo: cantare canzoni di Natale. Mia mamma suonava il pianoforte, mentre io e i miei fratelli intonavamo le note con gioia. La casa risuonava di melodie e di risate. E poi veniva il momento più atteso: lo scambio dei regali. Non era importante il valore del regalo, ma il gesto.

Quella vigilia di Natale negli anni ’50, ragazzi, era semplice eppure così speciale. Non avevamo tutte le comodità che avete oggi, ma il cuore era colmo di amore e la felicità si trovava nelle piccole cose. Ecco perché amo raccontarvi queste tradizioni, perché il Natale è anche una festa di memoria e di cuore

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