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Il mio primo giorno di scuola

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Era il lontano 1951 quando io, ancora un giovanotto, misi piede nella scuola per la prima volta. Il sole brillava nel cielo, e l’aria aveva quel profumo di avventura e incertezza tipico dei primi giorni di settembre. Indossavo pantaloni corti, camicia ben stirata e le scarpe nuove che mio padre aveva comprato proprio per l’occasione. La mia cartella era pesante sulle spalle. Entrai nell’aula con passo deciso, ma il mio stomaco era pieno di farfalle.

La maestra, una signora dal viso gentile, ci accolse con un sorriso caldo e ci fece sedere sui banchi di legno scolpiti dagli anni di uso. Mi guardai intorno e vidi i volti curiosi dei miei nuovi compagni di classe. Alcuni sembravano tanto nervosi quanto me, mentre altri erano già a loro agio in quell’ambiente nuovo. La giornata iniziò con la chiamata dei nomi, e ognuno di noi rispose con voce più o meno sicura. Poi iniziammo a conoscere la scuola: le aule, la biblioteca, la palestra. Era come esplorare un mondo tutto nuovo, e ogni angolo nascondeva una sorpresa. La maestra ci presentò il piano di studi per l’anno, e mi resi conto che c’erano molte cose da imparare. Matematica, storia, geografia… sembrava un vero e proprio viaggio attraverso il sapere. Nel pomeriggio, ci diedero i primi compiti da fare a casa. Ricordo che guardai quella lista di esercizi con una miscela di curiosità e timore. Le ore passarono veloci, e prima che me ne rendessi conto, era già l’ora di tornare a casa.

Ragazzi, il mio primo giorno di scuola è stato un mix di emozioni, incertezze e scoperte. Vi consiglio di affrontare ogni giorno con la stessa curiosità che avevo io allora, perché ogni giornata può portarvi nuove conoscenze e esperienze incredibili. E ora, chi vuole giocare a carte con il nonno?”

Nonno Andrea , Lecco

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